Tre donne splendide, tre attrici formidabili, sono le protagoniste femminili che Xavier Dolan ha scelto per il suo La mia vita con John F. Donovan, ora al cinema in queste sale.

Il regista ha voluto Natalie Portman per il ruolo di Sam, la madre del protagonista Rupert, Susan Sarandon come madre di John F. Donovan e Kathy Bates in quello di Barbara, la manager dell’attore.

Aspettando di ammirarle al cinema, ripercorriamo la carriera luminosa di queste tre stelle – anticonformiste e talentuose – di Hollywood.

Natalie Portman, il cigno di Hollywood

Da apprendista killer in Léon a conturbante danzatrice ne Il cigno nero, Natalie Portman sorprende il pubblico dall’età di tredici anni.

043

Per il thriller psicologico di Darren Aronofsky si trasforma in Nina, una ballerina professionista che, dopo essere stata scelta per l’ambiziosa doppia parte di Cigno Bianco e Cigno Nero nel balletto Il lago dei cigni, comincia a dare segni di squilibrio mentale.

La bravura dell’attrice nel contrapporre la bellezza angelica alla follia oscura di Nina, le valgono una valanga di premi tra cui un BAFTA, un Golden Globe e un Oscar.

Susan Sarandon, fascino e cervello

Entrata nell’immaginario collettivo grazie al personaggio di Louise nel road movie Thelma & Louise di Ridley Scott, Susan Sarandon è l’essenza dell’attrice intelligente e affascinante. Artista impegnata in cause come quella per i diritti della comunità lgbt e la tutela dell’immigrazione, nella vita come al cinema è una vera fuoriclasse.

001

Candidata per cinque volte all’Oscar, lo vince nel 1996 con il personaggio di suor Helena in Dead Man Walking – Condannato a morte, girato dall’ex marito Tim Robbins.

Tra le sue ultime performance va ricordata quella di Bette Davis nella miniserie Feud – Bette and Joan, con la quale attesta ancora una volta il suo formidabile talento.

Kathy Bates: brava… da morire

Pochi attrici sono riuscite ad aggiudicarsi un Premio Oscar per aver interpretato ruoli da “cattiva”. Uno dei pochi è andato a Kathy Bates nel 1990 per la sua spietata Annie in Misery non deve morire, adattamento cinematografico del romanzo di Stephen King.

027

L’attrice entra così a far parte della storia del cinema, per tornare poi a incarnare un personaggio nato dalla penna del Maestro dell’orrore ne L’ultima eclissi (anche questo tratto da un libro di King).

Oggi, con un matrimonio alle spalle e alcuni problemi di salute, continua a dimostrare la sua incredibile bravura anche sul piccolo schermo: come in American Horror Story, per il quale ha vinto un Emmy.