di Max Borg
“You know nothing, Jon Snow!”
Questa frase accompagna Kit Harington da diversi anni, dal primo momento in cui Ygritte (Rose Leslie, moglie dell’attore nella vita) l’ha detta a Jon Snow, figlio illegittimo di Ned Stark e uno dei tanti protagonisti de Il trono di Spade, la serie HBO che dal 2011 al 2019 ha portato sul piccolo schermo l’epopea immaginata dal romanziere George R.R. Martin.
Jon non sa nulla, l’esatto opposto del suo interprete che, dal debutto professionale nel 2008 a oggi, ha saputo ritagliarsi un percorso artistico variegato e sorprendente.
Il debutto sul palcoscenico
Dopo aver inizialmente preso in considerazione una carriera come giornalista, Harington debutta sul palcoscenico come membro del cast originale di War Horse, adattamento teatrale del libro di Michael Morpurgo, prima al National Theatre e poi nel West End, nei panni del protagonista umano Albert.
Nel corso degli anni l’attore ritorna regolarmente sul palco, tra opere nuove di zecca e grandi classici: nel 2016 è al centro di una nuova trasposizione di Doctor Faustus di Marlowe, mentre nel 2018 si cimenta con True West, celebre testo del compianto Sam Shepard.
Did you know that #GameofThrones‘ Kit Harington was our original Albert Narracott in War Horse. #ThrowbackThursday pic.twitter.com/ZTY5xoeACd
— War Horse (@WarHorseOnStage) 2 luglio 2015
Ruoli fantastici e come interpretarli
La consacrazione arriva appunto con la parte di Jon Snow, nel 2011, inaugurando una sorta di filone “epico” per Harington, tra fantasy e film d’epoca: nel 2014 recita in Pompei e Seventh Son, e nello stesso anno presta la voce a Eret in Dragon Trainer 2, personaggio che ritroverà cinque anni dopo nel capitolo conclusivo.
Inoltre, nel 2012 appare nel secondo episodio dell’adattamento cinematografico del videogioco Silent Hill, mentre nel 2015, rientrato in patria, si presta alla prosecuzione per il grande schermo della serie spionistica Spooks.
Un anno dopo, la svolta più autoriale con un ruolo secondario in Brimstone, western di matrice olandese che fa parte dei lungometraggi in concorso alla 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Sempre nel 2016, ma sul versante più (video)ludico, c’è la partecipazione al mondo di Call of Duty.
Da Westeros a Hollywood
Arriviamo quindi al 2017 e al 2018, a due progetti molto diversi ma accomunati da una sorta di rilevanza personale per l’attore: da un lato, la miniserie della BBC Gunpowder, sulla congiura delle polveri del 1605, dove Harington interpreta un proprio avo, Robert Catesby; dall’altro, il ruolo titolare ne La mia vita con John F. Donovan, riflessione sulla fama e sulle conseguenze talvolta nefaste della stessa dove il divo britannico si rifà alle proprie esperienze catodiche per interpretare un’altra star del piccolo schermo, un uomo popolare ma tormentato, attraverso il quale il regista Xavier Dolan porta avanti il proprio pensiero sul prezzo della celebrità e sul nesso tra pubblico e privato.
Da un uomo che non sa nulla siamo arrivati a uno che forse sa troppo, dalle vaste lande ghiacciate di Westeros alla solitudine di un appartamento hollywoodiano.
Due estremi che mettono in evidenza la strada fatta da un attore sempre pronto a mettersi in gioco, all’insegna di un percorso di cui finora abbiamo visto solo pochi metri.
La mia vita con John F. Donovan ti aspetta al cinema in queste sale!